La democrazia alimentare è un concetto che si riferisce alla partecipazione attiva delle persone e delle comunità nella gestione e nelle decisioni relative alla produzione, distribuzione e consumo di cibo. Si basa sull’idea che il cibo non debba essere visto solo come una merce, ma come un diritto fondamentale che deve essere accessibile, equo, sano e sostenibile per tutte e tutti.
Il Programma Democrazia Alimentare estende e supera i concetti di sicurezza alimentare e sovranità alimentare, di cui conserva i pilastri principali – disponibilità, accesso, uso e stabilità degli alimenti – in una logica di potenziamento delle produzioni locali/nazionali, con altri elementi legati alla sostenibilità ambientale, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
A livello di organizzazione delle unità produttive, il programma promuove e rafforza la produzione associata e organizzata, il coinvolgimento delle famiglie, con un riconoscimento e valorizzazione del ruolo delle donne e un’equa distribuzione dei ruoli, responsabilità, carichi di lavoro e remunerazione derivate, in collegamento con i mercati locali o equo e solidali.
Infine, è fondamentale potenziare la capacità di partecipazione delle comunità e organizzazioni nella governance alimentare, intesa come spazi o processi decisionali per le politiche pubbliche in questo sistema, per valorizzare, dare ascolto e un ruolo effettivo alla società civile.
Il Programma di Democrazia Alimentare interviene sviluppando iniziative che promuovono la produzione adattativa in contesti fragili, basati sull’agroecologia e l’agricoltura famigliare come modelli sostenibili e duraturi.
Il Programma è attivo in Mali, Burkina Faso, Niger, Mozambico, Haiti, Honduras, Bolivia, Brasile e Perù.