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Niger
Nov 2023

Dopo il colpo di stato il Niger resta fragile

È trascorso qualche mese dal colpo di stato in Niger, che quest’estate ha visto l’arresto del presidente Mohamed Bazoum a favore del generale Abdourahamane Tchiani e della giunta militare nigerina CNSP (Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria). Le relazioni internazionali rimangono ancora fragili.

Marco Lombardo, cooperante in Niger per Progettomondo, è rientrato nella capitale Niamey da un paio di mesi. Insieme a lui è rientrata anche la maggioranza della cooperazione internazionale, a eccezione di larga parte dei colleghi francesi, al momento i profili più vulnerabili.
La vita quotidiana, dopo il colpo di stato, manifesta un evidente incremento dei controlli militari in città, soprattutto nelle ore serali. Da diverso tempo, inoltre, si sperimenta una mancanza di rifornimenti di vario genere, dall’energia ai beni alimentari, che colpisce maggiormente le zone più rurali. Contemporaneamente, sono aumentati i prezzi dei beni di consumo e le banche vivono problemi di liquidità, che si riflettono in una maggiore difficoltà di prelievo da parte dei cittadini e in un incremento dei controlli sulle transazioni.

“Per mesi, le autorità regionali e le forze di sicurezza hanno posto il divieto di circolazione a Ouallam e nelle altre zone che ospitano operazioni militari per tutte le ONG, sovente percepite come attori extranazionali”, racconta Lombardo, facendo emergere le maggiori difficoltà riscontrate dallo staff locale nell’operare sul territorio. “L’obiettivo del governo è ristabilire tramite azioni militari il controllo delle zone in cui operano gruppi armati estremisti per conferire alle popolazioni locali un maggior senso di sicurezza, tematica fortemente contestata alla gestione dell’esecutivo precedente. In generale, viene quindi richiesta una maggiore attenzione negli spostamenti. ”

Progettomondo ospita una base proprio a Ouallam, e questa imposizione da parte del governo nigerino influenza negativamente le attività di progetto, in particolar modo quelle che richiedono la presenza dell’equipe sul campo. Le procedure per poter ottenere i permessi di circolazione sono molto complesse e richiedono lunghe negoziazioni, spesso senza nessuna garanzia di poter effettivamente superare i controlli.

“Tra le attività più colpite dalla situazione attuale ci sono le pratiche comunitarie in tema di salute e nutrizione, ma anche la riabilitazione di infrastrutture per garantire la sicurezza alimentare e le azioni di governance locale, volte a garantire il rispetto della legge e l’erogazione dei diritti fondamentali da parte dello Stato”, spiega Marco. “Si tratta, infatti, di attività che necessitano di interventi sul campo e di una maggiore interazione con la comunità locale. Sono riprese da poco, invece, le azioni di protezione sociale, che prevedono interventi di urgenza a favore delle categorie più vulnerabili, e le attività in tema di coesione sociale, che includono la gestione dei conflitti e la collaborazione con i leader comunitari per creare spazi di dialogo e realizzare un pacchetto di attività dedicato ai giovani. Numerosi interventi si concentrano sui cittadini nigerini sfollati, ovvero coloro che, in seguito ad attacchi o minacce di gruppi armati e situazioni di insicurezza alimentare, hanno dovuto abbandonare i propri villaggi alla ricerca di una comunità ospitante. Contemporaneamente, si sta dando avvio a un’iniziativa dedicata ai fenomeni di migrazione per sensibilizzare anche sul tema degli emigrati respinti e raccontare le loro storie di reinserimento nelle comunità di partenza”.

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