Nove mesi lontana dai suoi figli, ha giurato che non sarebbe mai più successo. Il pensiero di Fatima tornava sempre a loro quando, nel 2010, lavorando nei campi di fragole in Spagna, raccoglieva il denaro necessario a pagare le spese mediche di sua figlia epilettica, l’affitto, le iscrizioni scolastiche. Un salario più che conveniente se paragonato a quanto avrebbe potuto guadagnare in Marocco, il lavoro stancante non le sarebbe pesato. Avrebbe volentieri approfittato dell’accordo di migrazione stagionale tra le due nazioni, se non fosse stata assillata dal pensiero per i suoi bimbi, rimasti a casa con una nonna anziana, un padre assente. Ora è una delle protagoniste del progetto AMAL, finanziato dall’Agenzia Tedesca di Cooperazione – GIZ per garantire un futuro ai migranti di ritorno.
Tornata a Khenifra dalla Spagna, Fatima aveva ripreso i piccoli lavori di cucito con cui già in passato aveva cercato con difficoltà di sostentare la sua famiglia. È ripartita da lì, rifiutando per ben sette anni di seguito la proposta di ritornare in Europa a raccogliere fragole. Individuando sostegni all’imprenditoria femminile, ha ottenuto un piccolo finanziamento per l’acquisto di macchine da cucire. Ha subito creato una squadra con altre due donne della zona, dividendo il lavoro lungo e minuzioso per la realizzazione di abiti tradizionali e trovando persino il tempo per insegnare a tante altre donne come cucire a macchina.
Per diversificare le sue entrate, ha accettato con entusiasmo la proposta di Progettomondo che, dallo scorso luglio, le consente di organizzare eventi e cucinare piatti deliziosi. Adora creare degli ambienti di festa. Dispone tavoli e sedie, bianche tovaglie di raso dai ricami delicati, piatti da portata d’argento e teiere decorate sotto un gazebo bianco trasportabile, come si fa per tradizione nelle grandi occasioni in Marocco.
La competizione è alta, ma Fatima collabora con attività di catering già forti nella zona e si offre come supporto nella realizzazione di eventi impegnativi. I suoi concorrenti sono ben disposti nel condividere con lei il lavoro quando già occupati o nel caso di spostamenti poco redditizi in zone rurali più difficili da raggiungere.
Per il momento la sua nuova impresa non è ancora abbastanza conosciuta da bastarle a sostentare la famiglia, quindi continua parallelamente il lavoro nel cucito. Nel frattempo continua la sua crescita professionale, partecipando a formazioni su gestione dell’impresa e marketing e continuando a condividere le proprie competenze.
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