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Migrazione
Marocco
Mar 2023

Marocco, terra di ritorno e di nuove progettualità

Sono centinaia le persone che, in Marocco, hanno beneficiato dei servizi economici, sociali, educativi e sanitari messi a disposizione da Progettomondo nell’ambito del progetto Amal.
Davanti a tazze fumanti tè alla menta, in case ricavate da mattoni lasciati nudi, Progettomondo ha ascoltato neo imprenditori in difficoltà su come commercializzare i propri prodotti, a digiuno di conoscenze giuridiche per destreggiarsi nel difficile ambiente dell’allevamento, dei servizi e del commercio; madri preoccupate che non riuscivano a pagare le spese di iscrizione scolastica o le cure mediche per i loro figli; famiglie di bambini con handicap non coinvolti nel sistema scolastico e lasciati quindi senza formazione; donne che non hanno avuto accesso all’istruzione, in difficoltà nell’emanciparsi non sapendo leggere né scrivere.
AMAL, speranza in arabo, ritrae fedelmente l’essenza di un progetto che si mette in ascolto delle tante voci che restano inosservate in Marocco. Terra di partenza, transito e arrivo, negli anni il Marocco è divenuto sempre più oggetto del fenomeno del ritorno.
In rari casi c’è chi torna per prendere parte al cambiamento del Paese. Si tratta generalmente di persone che hanno avuto accesso agli studi, alla perla preziosa della migrazione regolare e che sono motivati a tornare, pur se nella stessa situazione modesta che li aveva in passato convinti a partire.
Per la maggior parte, invece, il ritorno è dolore, angoscia, fallimento. Tornano a volte espulsi, senza documenti d’oro e senza soldi, svuotati da un miraggio che li aveva ingannati.
Per 46 uomini e due donne di ritorno dalla Germania, è iniziata una nuova vita quando hanno ricevuto le sovvenzioni per la creazione di Attività Generatrici di Reddito messe in atto da Progettomondo e finanziate dall’Agenzia di Cooperazione Internazionale Tedesca – GIZ. Sono riusciti a realizzarsi nell’indipendenza che deriva da un lavoro in proprio, il diritto di scegliere un’idea da trasformare in realtà, supportati da un’equipe intera.

Stesso supporto è spettato a un gruppo di donne accomunate dall’esperienza di migrazione stagionale, programma nazionale che rientra in un accordo tra la Spagna e il Marocco. Le donne delle fragole, le chiamano, prese a manciate dalle terre del Marocco, perché abituate a questo tipo di lavoro molto delicato, particolarmente minuzioso, manodopera già formata e a basso costo. Criterio immancabile, l’avere una famiglia che le aspetta a casa, garanzia del loro ritorno. Il lavoro però è faticoso, restare per ore chinate, spingere carrelli pesanti, per molte le condizioni fisiche peggiorano, altre hanno figli malati o situazioni familiari complicate. Tornare in Spagna diventa impossibile, restare in Marocco è una condanna.
Creare un’Attività Generatrice di Reddito tutta loro è quindi una soluzione che permette di tirare un respiro di sollievo, restare vicine alle famiglie e provvedere a loro con cure e piccoli incassi.

Dallo scorso luglio l’equipe di Progettomondo si è mobilitato per organizzare formazioni in “Gestione delle Imprese”, “Tecniche di allevamento” e “Commercializzazione dei prodotti agro-alimentari”, pensate per colmare le lacune che gli stessi migranti avevano espresso di avere.
Sul versante dell’accesso all’istruzione, in continuità con la prima annualità in cui era stato fornito supporto psico-sociale ed educativo a 15 bambini, i figli delle donne coinvolte nel programma di migrazione circolare in Spagna, sono al centro delle attenzioni. Cento bambini riceveranno entro la fine dell’anno kit scolastici, 11 sono stati reinseriti nel sistema scolastico e due adolescenti, che non avevano finito il loro percorso di studi, sono stati iscritti a dei corsi professionalizzanti. Con lo stesso intento di garantire un’adeguata istruzione nelle zone rurali, sono stati forniti dei dispositivi elettronici a un centro che si occupa di 55 bambini e giovani con handicap. Ancora, sono stati organizzati corsi di alfabetizzazione in tutta la regione, soprattutto in aree isolate, frequentati attualmente da 235 donne.
Nel facilitare l’integrazione degli individui nella società, favorendo la responsabilizzazione e l’autonomia delle persone in una prospettiva di sviluppo, si è guardato anche all’assistenza nell’accesso ai servizi sanitari per i migranti sub-sahariani. Nel corso dei mesi di progetto, 38 migranti sono stati accompagnanti dal mediatore culturale, seguiti in tutte le tappe pratiche e burocratiche dell’accesso ai servizi sanitari e ancora è in programma una formazione che permetta al personale sanitario di conoscere meglio le malattie tropicali.

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