Le strade di Chimoio, nella provincia mozambicana di Manica, si sono riempite di canti e slogan lo scorso 19 novembre, in occasione della Giornata mondiale per l’imprenditoria femminile. Una riappropriazione fisica e simbolica dello spazio pubblico da parte di trecento donne che hanno marciato per ribadire un concetto fondamentale: senza autonomia economica, la violenza di genere continua a trovare terreno fertile.
“Ela faz o caminho” (Lei fa la strada) non è solo il titolo della marcia, ma la sintesi di un percorso di due anni portato avanti da Progettomondo con le donne dei distretti di Barué, Macossa, Tambara e Guro.
Al termine del percorso nella piazza centrale di Chimoio, Silvia Bigando, cooperante di Progettomondo e responsabile delle attività – ha evidenziato la portata politica del gesto collettivo.
“Questa non è solo una camminata, è un movimento. Quando parliamo di imprenditorialità femminile, parliamo di dignità. Parliamo di donne che, molte volte con poche risorse, riescono a trovare soluzioni innovative per i problemi del quotidiano”.
Parole che risuonano forti nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che in Mozambico resta un’emergenza strutturale, spesso alimentata dalla dipendenza economica. Una donna che non possiede reddito, che non ha accesso al credito o voce nelle decisioni familiari, è una donna più esposta e meno libera di dire “basta”.
La mobilitazione è il frutto del progetto “Manica para as Mulheres“, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che vede Progettomondo capofila di un consorzio composto da Helpcode, GMPIS, CAM, Fundação Micaia, AITR e Legacoop. Un lavoro di squadra che opera fianco a fianco con le comunità rurali e 62 associazioni locali dei distretti di Báruè, Macossa, Guro e Tambara.
“All’inizio del progetto le donne associate erano 1.518; dopo due anni sono diventate 1.960, a conferma dell’interesse e dell’impatto della nostra iniziativa”, fa notare Bigando. “Sono state realizzate formazioni in agricoltura di conservazione che hanno coinvolto 810 donne e un centinaio di donne sono state formate in imprenditorialità. Inoltre 80 donne hanno partecipato a percorsi di alfabetizzazione e informatica, organizzati trimestralmente, con il compito di replicare quanto appreso alle altre associate a livello comunitario. Sono stati erogati oltre 200 microcrediti, in particolare nell’ambito agricolo e 40 donne hanno ricevuto una borsa di studio di due mesi in agricoltura e agroprocessamento in un’istituzione formativa pubblica”.
Oltre alle formazioni, sono stati creati cerchi di discussione per rafforzare la consapevolezza sui diritti e la prevenzione della violenza di genere, coinvolgendo anche gli uomini.
La giornata della manifestazione, dopo aver riempito le strade, ha proposto un workshop partecipativo: in questo spazio di dialogo, le autorità locali, i rappresentanti delle istituzioni finanziarie e le partecipanti si sono seduti allo stesso tavolo per riflettere sull’imprenditorialità femminile e rafforzare l’impegno comune per la parità di genere e l’inclusione economica nella provincia di Manica. Non è stato solo un momento di ascolto, ma di costruzione collettiva, dove le esperienze delle singole sono diventate proposte concrete per politiche pubbliche più inclusive.
“Oggi non celebriamo solo quello che avete conquistato”, ha concluso Silvia Bigando rivolgendosi alle donne presenti, “ma quello che potete ancora fare. Sappiamo che il percorso non è facile. Molte donne affrontano sfide strutturali: accesso limitato ai finanziamenti, mancanza di formazione, barriere sociali, violenza economica, tempo insufficiente a causa del carico eccessivo del lavoro domestico. Il talento esiste, ciò che manca sono pari opportunità.
L’imprenditorialità femminile non deve essere un’eccezione, ma la norma. Investire in una donna significa investire in tutta la comunità.
Il nostro ruolo, come società, è aprire porte. Sostenere l’accesso al credito. Garantire formazione tecnica e digitale. Promuovere spazi sicuri in cui le donne possano imparare, intraprendere, crescere e, soprattutto, essere ascoltate perché sanno di cosa hanno bisogno e cosa vogliono costruire.
Marciamo per ricordare che l’uguaglianza non è un favore: è un diritto. Marciamo per rafforzare le voci che spesso sono state silenziate. Marciamo per dire alle ragazze di oggi che possono essere leader, imprenditrici, creatrici di cambiamento”.
In Mozambico, il cammino verso la parità di genere è ancora lungo, ma la marcia di Chimoio dimostra che la direzione è tracciata.