“Il diritto a un’alimentazione sana e accessibile è una delle connessioni più profonde tra agricoltura e politica. Ecco perché parliamo di agroecologia nel nostro immaginare il futuro delle comunità. Siamo produttori e produttrici e vogliamo impegnarci per generare un’agricoltura che abbia rispetto degli ecosistemi, che protegga i boschi e che veda come protagonisti uomini e donne”. Lo dice Yaritza, una delle protagoniste del progetto “Comunidades Resilientes”, finanziato dall’Unione Europea e promosso in Honduras da Progettomondo in partenariato con Oikos, CISV e la Fundación Chorotega, e sostenuto dai fondi dell’8×1000 della Chiesa Valdese.
Dopo alcuni cicli di formazione sulle tecniche agricole sostenibili e sull’allevamento di piccoli animali, sono infatti iniziate le lezioni di politica. Yaritza, e con lei Luis, Oscar e Vicenta, raccontano del loro impegno nelle sessioni della scuola di politica, che ha coinvolto 150 persone di 6 municipi del Corredor Seco.
“Abbiamo iniziato parlando del contesto politico dell’Honduras, della sua storia, del ruolo della società civile nella vita pubblica e dei diritti umani. È stata un’esperienza davvero importante, che ci permette di avere strumenti in più per organizzarci dal basso e rinforzare i legami tra comunità”, racconta Oscar.
Parlare di politica in un contesto come quello hondureño, non è cosa semplice. Molta è la sfiducia nelle istituzioni e tanto il timore nell’esporsi a causa di una presenza massiccia di criminalità organizzata.
“Non bisogna confondere la politica con la partitica. Come leader delle nostre comunità sappiamo che fare politica non è qualcosa di malvagio di per sé. È importantissimo conoscere i propri diritti e i propri doveri per potersi occupare al meglio delle nostre comunità”, incalza Vicenta, che coordina un’associazione di donne.
Uno degli obiettivi più importanti della scuola di politica è quello di insegnare alle persone partecipanti a elaborare un piano di incidenza, con l’idea di fissare per ogni gruppo degli obiettivi politici da raggiungere. Sono stati anche creati dei comitati di supervisione cittadina per vegliare sulle politiche a livello territoriale.
Yaritza, che è la più giovane tra le persone intervistate, racconta ancora la sua esperienza: “Essere leader comunitari è complesso, c’è una grandissima crisi di partecipazione politica. Abbiamo bisogno di spazi come questi, che ci facciano sentire meno soli, meno sole, e più ascoltati e ascoltate. Per partecipare alle scuole a volte perdiamo un giorno di lavoro ma per noi è importante farlo. Abbiamo il compito di replicare nelle nostre comunità tutto quello di cui abbiamo discusso, chi non condivide quello che impara sta già sbagliando”.
L’Università Autonoma dell’Honduras ha partecipato ad alcune delle sessioni, generando una commistione tra sapere accademico e saperi comunitari. Il fatto che un percorso del genere venga sostenuto e sviluppato anche dall’Università è sicuramente un incentivo a proseguire in questo senso e dà ulteriore valore alle azioni svolte.
“Tante delle persone che partecipano non sanno leggere e scrivere, questo non è assolutamente un limite. Cerchiamo di fare in modo che le lezioni siano comprensibili e partecipate a prescindere”, specifica Luis, formatore e responsabile delle attività “È importante a maggior ragione condividere alcuni strumenti di partecipazione cittadina”.
Quali sono quindi gli obiettivi prefissi?
-Fermare l’estrazione mineraria e l’abbattimento delle foreste
-Lottare per i pari diritti tra la zona rurale e la zona urbana
-Avere più opportunità formative
-Vedere più donne in ruoli gestionali
-Avere delle istituzioni più presenti e coscienti
Progettomondo conferma il suo impegno nel contribuire alla realizzazione di tale “pianificazione. Chi lotta per difendere l’ambiente, lotta per il benessere globale.