Dall’inizio della guerra, la quotidianità della popolazione civile di Gaza è fatta di restrizioni disumane di cibo, medicine, acqua potabile oltre che di una gravissima crisi igienico–sanitaria. Un milione e settecentomila persone risultano sfollate. Gli ospedali nella Striscia di Gaza sono dimezzati e al collasso a causa della mancanza di medici e medicine e tutta l’area è in completo blackout elettrico.
L’accumulo di rifiuti prodotti dentro ai centri per gli sfollati o nelle loro prossimità espone le persone a elevatissimi rischi di infezioni e malattie da contaminazione batteriologica.
ACS-Progettomondo, inevitabilmente, ha dovuto interrompere le attività previste, divenute irrealizzabili, ma continua a mantenere un flusso di comunicazione e coordinamento costante con gli operatori, con lo staff e i volontari locali per portare una prima e immediata risposta all’emergenza umanitaria sulla popolazione sfollata abbandonata. Sta inoltre sviluppando una nuova e urgente progettazione da poter attuare non appena sarà possibile accedere ai territori bombardati.
Tra le priorità, che erano impellenti già prima dell’avvio del conflitto, c’è senza dubbio l’installazione di impianti di desalinizzazione dell’acqua con la fornitura di fontanelle per l’erogazione di acqua potabile. Quelle realizzate nel Parco urbano del Green Hopes nell’area di Al Nada e alla Scuola di Um Al Nasser non esistono più, come si vede accedendo all’app Earth Engine che evidenzia, dal giallo al viola, le percentuali di probabilità di distruzione all’interno della Striscia.
Obiettivo di ACS-Progettomondo è anche contribuire alla fornitura di materiali e attrezzature idriche e igienico-sanitarie, compresi ausili per persone disabili, ampliando il target dei beneficiari alla popolazione sfollata e ricorrere all’utilizzo dello strumento della distribuzione di beni di prima necessità per raggiungere con aiuto immediato la popolazione sfollata nell’ area a Sud della Striscia, tramite lo staff di Acs-Progettomondo presente a Rafah.
“Priorità e fattibilità degli interventi sono stati stravolti dal 7 ottobre scorso”, evidenzia Meri Calvelli, cooperante di Acs-Progettomondo che da 3 mesi è basata a Gerusalemme. “Ogni giorno sento i nostri operatori, che stanno perdendo parenti, amici, case, tutto ma continuano a lavorare per portare almeno un po’ di aiuto, speranza e sopravvivenza, necessaria in questo orribile momento di guerra”.