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Sviluppo sostenibile
Repubblica democratica del Congo
Dic 2025

Pianificare al massimo. La risposta all’emergenza

Nel Nord Kivu la vita quotidiana resta segnata da precarietà e fragilità. Dopo oltre trent’anni di conflitti e sfollamenti, il recente accordo di pace firmato il 15 novembre 2025 tra il Governo congolese e il movimento M23 ha portato una tregua parziale, ma la popolazione continua a vivere senza servizi essenziali: banche chiuse, ospedali ridotti, infrastrutture minime. Le famiglie cercano sicurezza in condizioni difficili, e le donne incinte affrontano la gestazione e il parto in contesti di emergenza.

È in questo scenario che Progettomondo, impegnata in Repubblica Democratica del Congo già dal 2000, ha avviato nel luglio 2025 il progetto Emergenza Nord Kivu, finanziato dalla Chiesa Valdese e realizzato insieme ai partner locali ACS Congo e Aefev. L’iniziativa nasce per garantire alle donne e alle famiglie sfollate del territorio di Nyiragongo strumenti concreti di tutela della salute e della dignità.

Richard Grieco, referente del progetto, racconta come le difficoltà quotidiane si riflettano direttamente sulle attività. “La vera difficoltà è ovviamente quella legata alle autorizzazioni per il movimento.  Quando ti sposti da Goma hai bisogno di un ordine di missione rilasciato dalle autorità locali”, dice. “Ogni distribuzione di kit o consegna di attrezzature deve essere pianificata con grande attenzione, limitando gli spostamenti alle aree consentite e riducendo la possibilità di raggiungere comunità più isolate”.
A questa instabilità si somma l’assenza di un sistema bancario funzionante, che ha costretto la popolazione a ricorrere sempre più a un’economia informale basata su scambi e transazioni non regolamentate.
“Di fatto i fornitori e gli attori economici locali devono appoggiarsi su banche ruandesi; questo vuol dire che nella vita di tutti i giorni si afferma sempre di più un’economia informale, fatta di scambi e di pochissima formalità, proprio perché manca un sistema finanziario bancario”, spiega Grieco. “Questa dipendenza dagli istituti ruandesi esclude di fatto gli attori economici congolesi e rende complesso persino pagare stipendi e fornitori.  Si hanno difficoltà anche per pagare un operatore”.

A tutto ciò si somma la chiusura dell’aeroporto di Goma, che obbliga chiunque debba raggiungere la città a passare da Kigali, in Ruanda, e proseguire via terra: una condizione che rallenta la logistica e rende più difficile garantire continuità alle attività.

Nonostante ciò, il progetto è stato avviato e prevede interventi concreti per sostenere le comunità più vulnerabili. Nei prossimi mesi saranno distribuiti 125 kit di prevenzione neonatale alle donne incinte e 75 kit di dignità alle famiglie sfollate, mentre i centri sanitari di Byungo, Kasumba e Kasizi saranno dotati di tre letti da parto.
“Il progetto nasce dall’urgenza di garantire alle donne condizioni dignitose di gestazione e di parto, in un contesto dove spesso mancano persino le infrastrutture minime”, conclude Grieco. “La collaborazione con ACS Congo, Aefev e i buoni rapporti con la Caritas locale rafforzano la rete di sostegno e permettono di raggiungere le comunità più vulnerabili, trasformando l’emergenza in un’occasione di resilienza”.
Con Emergenza Nord Kivu, Progettomondo ribadisce la propria missione: trasformare la solidarietà in forza concreta, capace di restituire speranza e dignità alle comunità del Nord Kivu.

Riccardo Sau,
Servizio Civile Progettomondo

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