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Haiti
Mar 2024

Haiti, simbolo della crisi geopolitica mondiale

Haiti è il Paese più povero dell’America Latina, il 60% della popolazione vive sotto la soglia della povertà, e il Paese è sistematicamente colpito da catastrofi naturali, episodi di violenza e instabilità politica.
A partire dall’inizio di marzo, nella capitale Port-au-Prince, le violenze si sono intensificate sempre più quando alcune bande hanno unito le forze per attaccare siti strategici della capitale e costringere alle dimissioni il primo ministro Ariel Henry.

Marialuisa Milani
, responsabile area Centro America per Progettomondo, riporta l’esperienza che i nostri collaboratori e collaboratrici stanno vivendo in questo momento nella capitale.
“Ci si destreggia come si può, anche il nostro personale non riesce ad arrivare in ufficio perché le varie zone della città sono sotto il controllo delle gang criminali”, ha evidenziato in un’intervista a Simone Pieranni per Chora Media. “La situazione si sta protraendo da anni, le insurrezioni sociali si susseguono e in parte ci si è abituati a questi momenti di crisi continua”.

Progettomondo è tra le poche organizzazioni italiane e internazionali rimasta nell’isola caraibica.
“Dopo il 2021 molte realtà hanno lasciato Haiti per la crisi economica, sociale e di sicurezza ma, vista la grave situazione di insicurezza alimentare, è necessario continuare con i progetti di sviluppo sostenibile a sostegno della popolazione locale”, continua Marialuisa . “Portare avanti le attività non è però facile. Nei soli ultimi 6 mesi a Port-au-prince ci sono stati 2.800 omicidi, e i rapimenti sono all’ordine del giorno per cui le persone che hanno lasciato il Paese si calcola che siano più di 1,5 milione di persone: emigrate per cercare di sfuggire da questa situazione. Le forze dell’opposizione democratica sono molto spesso legate agli interessi del narcotraffico per cui i rappresentanti sono rimasti pochi. Rimanere è una sfida, in primis per la sicurezza dei nostri lavoratori perché la situazione interrompe continuamente il lavoro, ma in una tale crisi, tra insicurezza e trasporti mal funzionanti, la popolazione fatica ad avere accesso al cibo. Si parla di quasi 5 milioni di haitiani in una situazione di insicurezza alimentare. Donare e sostenere quelle organizzazioni che, come noi, ancora operano nel Paese, con progetti di sostegno agli agricoltori, alla sicurezza alimentare e nutrizionale della popolazione è uno dei pochi aiuti che si possa dare. Le Nazioni Uniti stimano che ci sia necessità di 624 milioni di dollari di aiuti per poter sostenere in questa fase critica la popolazione, e al momento sono stati raccolti il 2,5% del totale, un nulla. Chi potesse donare anche poco, può fare la differenza”.

Haiti è una piccola briciola nel mare dei Caraibi emblematica delle dinamiche che stanno interessando il continente latino-americano, dal Nicaragua, all’Honduras, El Salvador.
Conclude Marialuisa: “Guardare ad Haiti ci porta a riflettere sulla crisi di geopolitica mondiale, sul venir meno di un equilibrio tra superpotenze che ha garantito la pace nel mondo negli ultimi 70 anni”.

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