“I fenomeni consolidati nel presente, a livello climatico, economico, sociale, destinati a durare nel futuro e a plasmarlo, sono il punto di partenza utile per iniziare a immaginare i futuri possibili”.
Lo ha evidenziato Mattia Rossi dell’Italian Institute for the Future ETS, in occasione della formazione transnazionale promossa a Verona da Progettomondo per 15 Youth Workers di Italia, Tunisia e Marocco, nell’ambito del progetto “Our Future”.
L’esperto, che da oltre un decennio lavora con lo scopo di favorire l’innovazione di visioni strategiche e modelli di pensiero nelle aziende e con le persone, ha evidenziato che “il futuro non esiste perché non è ancora successo, non possiamo predirlo, possiamo esplorare le possibili evoluzioni. Le future studies si concentrano proprio sull’esplorazione di possibili evoluzioni, dei megatrend che, interrelandosi, possono dare vita a diverse possibilità e quindi fornire gli strumenti per essere consapevoli di quello che sta succedendo, dove vogliamo andare e come fare per influenzare ambienti ed eventi per ottenere il nostro futuro preferito e non subire gli eventi passivamente”.
Le giovani generazioni si trovano ad affrontare problematiche sempre più complesse e interconnesse a livello globale, tra cui cambiamenti climatici, migrazioni, conflitti internazionali e indebolimento dei valori democratici. Questi fattori possono generare ansia e incertezza, limitando la capacità di immaginare soluzioni concrete e un futuro soddisfacente.
Il progetto “Our Future”, promosso da Progettomondo con una serie di partner, ambisce a unire e formare giovani e Youth Worker di Marocco, Tunisia e Italia perché possano immaginare e costruire un futuro sostenibile senza sentirsi impotenti di fronte a esso.
Dal 25 al 27 giugno Verona ha ospitato la formazione transnazionale, che segue una fase di attività nei tre Paesi per esplorare il tema di sé nel mondo globale. Ogni giorno, una ventina di persone tra Youth Workers dei tre Paesi del Mediterraneo, ricercatori ed esperti di video partecipativo hanno partecipato a casi studio, e laboratori per confrontarsi e condividere le loro modalità di approccio al mondo giovanile, affrontare scenari di previsione sul futuro, spaziando tra migrazioni, intelligenza artificiale, mercato del lavoro, urbanizzazione demografica, cambiamento climatico e sicurezza internazionale.
“Il percorso formativo è stato caratterizzato da un dialogo autentico, interculturale e intergenerazionale, da scambio profondo e arricchimento reciproco”, sono le parole di Valeria Melegari dell’Ufficio Educazione di Progettomondo. “In un contesto climatico segnato dal caldo estremo — testimonianza concreta degli effetti sempre più tangibili del cambiamento climatico — youth worker provenienti da diversi contesti culturali si sono incontrati per riflettere insieme su come parlare di futuro, di cambiamento, di speranza e di azione alle giovani generazioni.
Attraverso il confronto di esperienze, punti di vista e sensibilità differenti, è nato un percorso innovativo di Global Education, articolato in tre incontri, che verrà sperimentato a luglio con oltre 100 giovani tra Italia, Marocco e Tunisia.
L’obiettivo? Offrire a ragazze e ragazzi strumenti per sentirsi maggiormente a proprio agio con ciò che verrà, per immaginare futuri possibili, riconoscere e affrontare le emozioni individuali e collettive, identificare i valori fondamentali del domani e pianificare insieme piccoli ma concreti passi per costruirli. Un percorso che mira a trasformare i pensieri in parole, le parole in voci e le voci in azioni.
“Il modo in cui guardiamo al futuro è profondamente influenzato dalle condizioni in cui viviamo oggi. Chi non ha accesso ai diritti fondamentali, chi è discriminato, chi non può scegliere per sé, parte svantaggiato non solo nel presente, ma anche nella possibilità di immaginare e costruire il proprio domani”, dice ancora Melegari. “Il futuro può sembrare una promessa piena di opportunità, oppure un luogo spaventoso e incerto. Tutto dipende da dove ci troviamo ora, da quali libertà abbiamo, da quanto siamo riconosciuti. Per questo è fondamentale lavorare con i giovani, per rafforzare le loro competenze trasversali, il senso di autoefficacia e la capacità di orientarsi nel cambiamento. Aiutare ogni giovane a credere di poter avere un ruolo nel mondo significa dare più forza alla speranza e meno spazio alla paura. Ma non basta. Serve anche lavorare come società per abbattere le barriere che limitano la libertà, l’accesso, il riconoscimento. Solo così possiamo dare davvero a tutte e tutti la possibilità di sognare e costruire un futuro dignitoso, sicuro e condiviso”.
Il progetto Our Future nei prossimi mesi proporrà un laboratorio di video partecipativo, ossia uno spazio creativo, dove i giovani e le giovani possano esprimere la loro visione del futuro e far sentire la propria voce attraverso la produzione audiovisiva.
Dopo la formazione transnazionale a Verona, si terrà uno scambio transnazionale a Béni Mellal, in Marocco, con la collaborazione di Zalab, un’associazione italiana che utilizza il video come produzione culturale. Proprio durante lo scambio avverrà la formazione di youth workers sul video partecipativo, che poi sarà utilizzato nei singoli Paesi.
Our Future è un progetto finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Erasmus+ Capacity Building in the Field of Youth, guidato da Progettomondo in collaborazione con AQJ (Association Qualification des Jeunes), ASSF (Applied Social Sciences Forum), LNU (Linnaeus University) e l’Associazione Culturale ZaLab.