Il Brasile, per Progettomondo, rappresenta il punto di partenza del proprio impegno nella cooperazione. È da lì, il vasto Paese sudamericano, che sono partiti i primi progetti fin da subito al fianco delle donne.
Il Movimento delle donne unite nel Cammino ha una storia di 40 anni e oggi la nostra Ong è ancora al suo fianco, grazie alla solidarietà di chi lo sostiene direttamente.
Fino a 30 o 40 anni fa, le donne erano persino separate dagli uomini al momento del pasto, perennemente al lavoro senza alcuna voce né ruolo. Nelle zone rurali del Brasile ancora oggi continuano a rivendicare i loro diritti in un processo di emancipazione che si è incrociato con la lotta per la terra.
La legge brasiliana, benché riconosca i diritti di proprietà sulle terre alle comunità ancestrali, vista la vastità del territorio e la mancanza di documentazione adeguata, non riesce a garantire il diritto alla terra. Questa situazione ha favorito i cosiddetti grileiros, ossia faccendieri che tutt’oggi mandano avanti i pistoleiros per impadronirsi della terra e dell’acqua. Si accaparrano le terre con la violenza e la corruzione per poi rivenderla al migliore offerente, pena anche la perdita delle colture sostenibili.
“Le donne del comune di Santa Maria da Vitória, nella zona più povera dello Stato di Bahia, si sono unite nel Movimento, che si è registrato ufficialmente come tale 28 anni fa. Partecipano attivamente al Sindacato del Lavoratori Rurali e coordinano attività con gli stessi sindacati nei vari comuni”, spiega la storica volontaria e già presidente di Progettomondo, Emilia Ceolan, che in Brasile ha vissuto a più riprese. “Da qualche anno hanno ripreso con forza a farsi sentire, ridando energia al Movimento che ha al suo fianco come consulente la Commissione pastorale della terra, un organo della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile impegnato nella promozione della conquista dei diritti e della terra, della resistenza nella terra, della produzione sostenibile. La partecipazione della donna è cresciuta e si è allargata ad altri comuni. Mantenere la piccola proprietà ha agevolato il protagonismo femminile proprio in un’area tra le più povere e rurali del Paese”.
Da quando, 15 anni fa, l’economia del Paese è migliorata, Unione Europea e Ministero italiano hanno smesso di finanziare progetti di cooperazione allo sviluppo. Il Pil è cresciuto, anche se restano molte diseguaglianze e problemi ambientali.
“Gli imprenditori brasiliani vorrebbero diffondere solo le monocolture e stravolgere l’economia locale”, evidenzia il referente di Progettomondo in Brasile, Giorgio Curreri. “Il transgenico non permette la riproduzione dei semi e una delle battaglie più vive di queste donne è quella di custodire i semi originali, preservarli e favorire l’agricoltura familiare anche grazie al nostro supporto. Da tre anni facilitiamo la vendita di prodotti locali e lo scambio di esperienze e semi”.