In due anni di attività il progetto Lacci, ha ribadito quanto sia fondamentale far crescere i minori in un tessuto sociale in cui i valori di famiglie, scuole, associazioni e istituzioni siano affini e riescano a orientarli.
Selezionato dall’impresa sociale “Con I Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, Lacci è stato realizzato da una cordata di associazioni, con capofila Progettomondo, e in due anni la squadra di partenza si è progressivamente ampliata per avviare una comunità educante attiva e propositiva, nei quartieri veronesi di Santa Lucia e Golosine, in grado di garantire a bambine, bambini, ragazze e ragazzi la possibilità di realizzare il futuro che sognano.
Da qui la volontà di veder fiorire tale comunità ormai coesa, nonostante il progetto vero e proprio si sia appena concluso.
Se ne è palato il 20 novembre al Centro Culturale 6 maggio 1848, ricordando pure che una delle campagne lancio del progetto, “non anno colpa”, ha utilizzato un provocatorio errore ortografico per lavore in rete nel costruire l’H mancante e rimediare a tale lacuna per evidenziare la necessità di supportare in rete il benessere delle giovani generazioni.
“Nei mesi si è costituito un gruppo di lavoro sempre più ampio e partecipato per arrivare a evidenziare che una comunità educante che agisce in modo efficace riesce a rispondere in modo altrettanto efficace alla povertà educativa”, dichiara la referente di Lacci per Progettomondo, Marina Lovato. “Dopo il lavoro di ascolto e condivisione rispetto ai bisogni educativi che si percepiscono nei due quartieri dell’ovest veronese, dobbiamo chiederci come continuare a essere comunità educante”.
Tra gli strumenti di lavoro primari, Dinha Dos Santos Rodrigues di Terra dei Popoli, individua la mediazione linguistica culturale. “Santa Lucia e Golosine sono quartieri dei destini incrociati perché alla loro ricchezza sociale e culturale legata all’auto associazionismo degli autoctoni si aggiungono moltissimi gruppi e comunità di migranti che li rendono più interessanti e sfidanti per le relazioni”, afferma. “Bisogna immaginare percorsi e spazi che possano accogliere tutte le differenze e, attraverso scambi e relazioni di fiducia, rendano più ricco un territorio già tanto interessante. La mediazione è fondamentale per connettere persone e generazioni. C’è una violenza sistemica che non vediamo ma che è sempre presente e ci perseguita. Molti migranti arrivano da percorsi coloniali e già lo sguardo che si posa su di loro conta molto, come pure la condivisione della storia dei loro Paesi, dell’identità che li contraddistingue. Stando nel gioco della differenza i destini incrociati possono rifondare la vita di un territorio”.
Pierpaolo Inserra, ricercatore sociale e formatore, ritiene che il tema delle comunità educanti sia caldissimo. “Siamo di fronte al paradosso che, se da un lato sempre più leggi sviluppano pratiche collaborative, come la co-programmazione o la co-progettazione prevista dalla riforma del terzo settore, dall’altro viviamo una fase di lenta regressione nella capacità di stare insieme”, fa notare. “Il vero problema è Individuare ostacoli, resistenze, difficoltà di carattere culturale, organizzativo, operativo che entrano in gioco nel permettere che la comunità educante si possa davvero sviluppare. Bisogna guardare con attenzione agli orientamenti legislativi e amministrativi per sviluppare patti di comunità, collaborativi, e serve come non mai stare attenti ai processi, favorire le relazioni con una capacità di negoziare, di far tacere conflitti non dichiarati, snellendo e fluidificando rapporti e relazioni per compattare le reti”.
“Dobbiamo sostenere e promuovere processi partecipativi sia che nascano dai singoli che dalle associazioni”, sono le parole di Lisa Lanzoni, responsabile del Servizio dedicato ai Patti di Sussidiarietà del Comune di Verona, che ha presentato una carrellata di patti nati proprio per garantire luoghi di confronto e di espressione alla collettività.
LACCI è stato promosso da Progettomondo in collaborazione con Cestim, Energie Sociali, Le Fate e Rete Tante Tinte e la partecipazione di altri partner: Comune di Verona con l’Assessorato ai Servizi Sociali, alle Politiche educative e giovanili e la collaborazione delle Quarta circoscrizione, il consultorio dell’Azienda AULSS 9 Scaligera, gli Istituti scolastici degli Istituti Comprensivi 5 e 12, la cooperativa Cultura e Valori, associazioni dei genitori con A.Ge. Verona e Comitato genitori IC12 e per il terzo settore l’associazione Nissa, la Società San Vincenzo, Buster Basket A.S.D. e l’associazione Noi Golosine.
Si sono inoltre uniti alla sfida ampliando il partenariato iniziale: ASD NOI La Sorgente, Cooperativa sociale L’Albero, Associazione Terra dei Popoli, Centro Servizi Educativi, Dingo Rugby Club, ASD Verona Bike, Spazio ABC, Comitato VR Sud, Scuola di arabo, e il coinvolgimento di AICS Forte Gisella, Associazione Contrada Polese, Associazione Spazio Ragazzi, Centro Danza Libera, gruppo Alpini, AUSER e molti altri.